sabato 2 ottobre 2010

Essere PAUL KOSSOFF: vita, splendori e morte del grande chitarrista dei FREE by Andrea Angelini

Nascere, crescere, prendere coscienza, diventare, essere. Essere uno a caso, essere uno qualunque, essere qualcuno, essere John Malkovich, essere Andrea Angelini, essere Paul Kossoff.

Essere PAUL KOSSOFF:
nasci a Londra il 14 Settembre 1950, all'inizio di un nuovo decennio, quello della rinascita europea, della speranza e del ritorno alla vita. Cresci felice in una famiglia media e fortunata: papà David non se la passa male, è un artista, recita a teatro e parla alla radio, alla BBC. Tutti lo conoscono, ma lui è di vecchio stampo, non si monta la testa, ha i piedi per terra e tu e tuo fratello lo sapete bene. Severo nell'educazione ma incline ad accontentare ogni ambizione artistica e creativa. Già crei e giochi con le mani, disegni, scrivi, ti fai capire a gesti dagli animali, dai cavalli che sono i tuoi migliori amici animali e in aria disegni spartiti musicali quando senti la radio suonare. Già, la musica...nella tua piccola vita hai già visto qualcuno che è proprio grande per te.
Tommy Steele è bravo, ti piace la sua voce, come canta e anche come si comporta in camerino, lo hai visto bene mentre ti firmava l'autografo e stringeva la mano a tuo padre. E poi la folla in teatro, le luci, le ragazze, gli applausi...e allora...sotto con la chitarra classica, che alla tua età si inizia così. Al saggio li hai lasciati tutti di stucco, 15 minuti da solo senza gettare un'occhiata agli spartiti, tutto scolpito nella memoria e impresso nei polpastrelli, Segovia ringrazia. Beh, adesso che hai 15 anni quasi non te la ricordi più la chitarra classica. A Londra le pareti dei negozi di strumenti a Charing Cross Road sono un mosaico di chitarre colorate e americane e chi le suona porta i capelli lunghi e con la frangia come le ragazze.
Tu sei uno di loro e a 15 anni cosa si fa il venerdì sera a Londra nel 1965 se non vai più a scuola? Si spende il salario settimanale al Marquee Club, specialmente se suonano i Bluesbreakers di John Mayall. Dio che volume pazzesco QUELLA sera, ma è un rumore che avvince, cattura e ipnotizza: QUELLA chitarra è LA MUSICA, come fa a suonare così emotivamente umana, lancinante, infinita, eterna, divina che il tempo si ferma mentre guardi e memorizzi ogni mossa e dettaglio del ragazzo-quasi tuo coetaneo -che la sta accarezzando in un incantesimo senza fine. Eric è il suo nome, Eric Clapton, dicono e scrivono sui muri che l'Onnipotente muova le sue dita sul palissandro della tastiera. Il suono improvvisamente si fa entità fisica, lo vedi, si fa colore, lo puoi toccare e respirare fino a renderlo il tuo soffio vitale. Quella notte al Marquee il tuo destino ti è venuto incontro, il Blues ti ha teso la mano e tu non aspettavi di meglio, al crocevia dei tuoi 16 anni. Non sei ancora come Eric nel 1965 ma le sue armi adesso le conosci bene: suona una Gibson Les Paul Standard del 1959 di quelle che non fanno più, con un amplificatore Marshall, di quelli che aiuti a scaricare dal furgone quando sei in turno da Selmer, il negozio-angolo di paradiso dove lavori da qualche tempo. In 2 mesi ne hai vendute 3 di quelle Les Paul, ma la più bella e quella che suona meglio l'hai tenuta per te, costruita nel 1958, 8 anni di vita, rossa e sinuosamente aggressiva come quella di Eric Clapton.
Sei quasi Paul Kossoff e ormai a 17 anni fai il chitarrista blues. Non importa se i tuoi non approvano, le notti le passi nelle cantine fumose su palchi sgangherati fra i ragazzi che ti fissano invidiosi e ammirati e le ragazze che ti sorridono e si chiedono come deve essere passare le dita fra i tuoi lunghi capelli rossi.Sei spavaldo e testardo e fai cantare e ululare la Les Paul come si merita.
I Black Cat Bones sono il gruppo che ti serve per fare esperienza e formarti le credenziali giuste e poi tu sei il migliore di loro, chi viene ai concerti non ti dimentica. Adesso nel 1968 sei davvero Paul
Kossoff, è inciso in modo indelebile nei solchi di vinile: FREE è la tua nuova avventura e la tua nuova LIBERA famiglia. Tre Teenagers come te, uno più bluesman dell'altro. Le stelle hanno fatto davvero un ottimo lavoro ad allineare nella stessa sala prove quattro pianeti che si completano e compensano fino a creare un nuovo universo, libero appunto.
Paul Rodgers è il tuo fratello di nome e di elezione, la sua voce carica di sofferenza e umana espressività come solo quella di un 19enne di Middlesbrough può essere , finisce dove inizia il lamento nero d'inchiostro della tua Gibson. Simon Kirke è il ragazzo- dinamo che ti guarda da sotto il suo casco d'oro e ti regolarizza con i suoi tamburi il battito vitale. Andy Fraser è il fratellino di 15 anni che si è inventato la nuova grammatica del basso elettrico, è già in cattedra e per non sentirsi mascotte compone le canzoni e ritira i compensi cash dei concerti dai promoters aguzzini. Nessuno in Inghilterra suona il blues come voi LIBERI, alcuni dicono che solo quel nuovo gruppo, i Led Zeppelin, si avvicina per intensità e carica emotiva alle vostre giovani interpretazioni moderne del verbo nero, pronipoti adolescenti di Robert Johnson, misteriosa alchimia di chi nasconde saggezza e profondità dietro occhi blu e visi senza rughe.

F R E E
Free è davvero libertà e finalmente sei libero e cosciente di essere Paul Kossoff: ti vesti a volte come un gitano a volte come un indiano nativo, è bello guidare il Ford Transit tutta la notte su e giù per l'Inghilterra, fermarsi la mattina all'autogrill e ricevere le occhiate incredule di quelli che sgranano gli occhi assonnati davanti alle frange della tua giacca e ai foulards indiani che ti arrivano alle ginocchia. Ora sei diventato davvero un chitarrista eccezionale, di quelli che chiamano caposcuola e lasciano a bocca aperta: la LIBERA esecuzione delle tue parti soliste improvvisate trasmette tutto l'amore per il blues, trasuda da ogni nota, da ogni lunghissima nota quando torturi le corde nei registri più alti. E' lei che te lo urla , la tua Les Paul,non vuole essere lasciata in pace, il vibrato della tua mano è la sua unica redenzione e tu non sai dirle di no, sera dopo sera.
E' vero ed è normale così, era proprio Eric Clapton che ieri ti ha chiesto in camerino di mostrargli e insegnargli come fai a suonare quelle note vibrate così intense e disperate così a lungo e poi, per ringraziamento, ti ha ammesso nel suo Pantheon e a ha voluto scambiare la sua Les Paul con la tua...adesso che ne hai tante puoi anche suonare la sua e tutti lo sapranno, non sono molte nel 1969 a Londra le Les Paul Custom nere a tre pick-ups. E' bellissimo essere Paul Kossoff quando la vita ti regala tre compagni/fratelli/gemelli 24 ore al giorno per 365 giorni l'anno, un palco dove salire, scuotere la criniera ormai da leone, piangere il blues con ogni espressione del tuo viso e poi mani, bocche, teneri corpi femminili che si contendono il tuo fragile spirito libero.
E' bellissimo essere una superstar senza essere una superstar e lassù nel nord Inghilterra dove ti amano di più, mangiare nel furgone con i fans, farli entrare di straforo dal retropalco e poi vedere i tuoi dischi nelle vetrine illuminate come a Natale. E' tutto così bello che a volte sfugge tra le dita.
I fratelli/compagni/gemelli Rodgers e Fraser ci prendono gusto ad essere delle rockstar e scrivono canzoni e le arrangiano, le suonano e decidono, impongono e il tuo spazio e la tua libera creatività ne soffrono. Però va ancora bene, it's ALL RIGHT NOW, e nel 1970 tutto il mondo sa e vede chi è Paul Kossoff. L' Isola di Wight è il centro del mondo e tu con la Les Paul del 1960, il gilet nero e i capelli da leone fai tremare il mondo: graffi, seduci, aggredisci, gemi, soffri e vivi ogni nota come fosse l'ultima e tutti dovessero saperlo; questa è la voce definitiva dalla tua chitarra definitiva, chi ha visto lo sa e chi vedrà lo imparerà presto.
E' una gran brutta cosa il successo se i fratelli/compagni/gemelli della famiglia libera ci restano imprigionati e tu invece non vuoi il potere interno, non vuoi i soldi, non vuoi vendere più dischi, tu vuoi solo suonare, dannazione! Ma la giostra si fa sempre più grande, gira sempre più veloce e arriva sempre più lontano: dagli USA all'Australia al Giappone. E non si arriva con il Ford Transit in Giappone, ma il posto numerato sul Jet in prima classe e la suite al Tokio Hilton non profumano più di libertà, di conquista e di musica.
La gioia di friggere le valvole del Marshall e dell'Orange ormai la centellini soltanto in studio di registrazione dove il tuo suono perfetto si diffonde e le note blu chiedono aiuto con rassegnazione. Si soffre ad essere Paul Kossoff quando si vuole dimenticare di essere Paul Kossoff.
Ti passa spesso l'allegria, la voglia e la forza di guidare tutta la notte e ti viene la voglia di dimenticare tutta la notte e anche tutto il giorno, tutti i giorni, che ormai sono scanditi da una dolorosa clessidra dove non scorre sabbia, ma velenosa polvere bianca. Giri la clessidra per anni ma la polvere bianca rimane e cresce fino a non poter contare il tempo, neppure quello scandito dalla grancassa della batteria del fratello/compagno/gemello Simon Kirke.
Ti cercano e ti salvano più volte anche gli altri fratelli/compagni/gemelli LIBERI, lo sanno bene loro quanto era bello essere con Paul Kossoff.
Litigano e si disperano per te e sotterrano anche l'ascia di guerra pur di rivederti sul palco, criniera al vento e Les Paul ai posteri, ma il blues sembra averti rubato l'ombra, e la fiamma tigrata della Les Paul ti avvolge come un sudario. In sogno, come in un lungo coma intossicato è ancora possibile essere Paul Kossoff e perdersi nel languore di un'onda infinita, senza più surf, cavalcando solo l'esistenza che sfugge tra le mani. L'anima ribelle e gentile a volte si contorce ancora sulle note seguendo il proprio destino di un infinito cammino in blues. Ma il 19 Marzo 1976, in un angolo di cielo ignoto, nel blu profondo fra Los Angeles e New York, LIBERO sei stato per l'ultima volta. Dalla tua vita nell'Universo dei suoni senza tempo e confini. Chi può ti ascolti. E' stato bellissimo essere Paul Kossoff.


ASCOLTARE PAUL KOSSOFF:
La chitarra di Paul Kossoff si ascolta in tutto il suo splendore nella bellissima, intramontabile musica dei Free, uno dei gruppi più importanti del Rock-Blues inglese di fine anni '60. I primi 4 album della band sono opere fondamentali ed eccelse del genere e presentano una costante evoluzione stilistica. "Tons Of Sobs" l'esordio del 1968 è puro dinamitardo blues elettrico originale, sulle orme dei Cream. La voce di Paul Rodgers autoritaria e vissuta, la chitarra di Kossoff in ottima mostra con lunghi selvaggi assoli dalle sonorità aggressive e dalla tecnica invidiabile. La coesione è garantita dalla granitica sezione ritmica Fraser-Kirke. Spiccano, fra gli altri, gli assoli di Kossoff in Worry, Going Down Slow e I'm a Mover.
L'album "Free" del 1969 è sempre molto grintoso ma più ricercato e maturo nelle atmosfere, con venature soul -blues nella splendida voce di Paul Rodgers, nel basso sempre inventivo di Andy Fraser e nella strepitosa chitarra di Paul Kossoff. Divini i suoi interventi solisti in I'll Be Creeping, Songs Of Yesterday, Broad Daylight, Trouble On Double Time, ma ogni brano regala il meraviglioso suono della sua Gibson Les Paul e delle sue dita in stato di grazia. Nel 1970 arriva l'enorme successo mondiale grazie al singolo Alright Now, un vero inno rock ancor oggi trasmesso quotidianamente dalle radio di tutto il mondo e all'album "Fire And Water", il disco della maturità artistica. Nessuno di loro ha ancora 20 anni ma la statura della band è eccezionale, gli arrangiamenti si arricchiscono di tastiere varie e le trame sonore sono più sofisticate senza perdere impatto ed energia. Il lavoro di Kossoff è splendido e intelligente, al servizio delle canzoni, assoli più concisi, ricami magnifici attorno alla voce del fratello spirituale Paul Rodgers e le solite Gibson, Les Paul e ES 345, che fa suonare come solo lui sa. Nel 1970 esce anche il bellissimo "Highway" sulla falsariga di Fire And Water alterna brani grintosi con atmosfere acustiche e intimiste, un gioiello da riscoprire, nel quale dominano la stupenda ballata Be My Friend e il torrido blues The Stealer. Fondamentale il magnifico Album Live del 1971 "Free Live" un assaggio di cosa fossero e come suonassero i Free dal vivo al massimo del loro splendore, un salto nel tempo che lascia tramortiti ed energizzati dalla potenza, la perizia tecnica, il feeling di questi 4 Teenagers bluesomani!
Sentire Paul Kossoff che suona la chitarra solista in The Hunter, loro sigillo di ogni concerto è capire come si suona una Gibson Les Paul al massimo delle sue possibilità.

Per quadrare il cerchio il doppio consigliatissimo cd "Free - Live At The BBC" (2006-Island)": il primo cd contiene tutte le sessions tra il 1968 ed 1971 per programmi come Top Gear, Stuart Henry,Sounds Of The Seventies, World Service Rhythm & Blues; il secondo le performances 'live' per il John Peel Sunday Concert.



VEDERE PAUL KOSSOFF:
Di recente pubblicazione il bellissimo cofanetto doppio DVD "Free Forever" (2006-Island/ 275 min.) raccoglie tutto ciò che esiste delle loro apparizioni TV di inizio anni '70, tratte dal famoso show della TV tedesca Beat Club e da uno Special della britannica Granada TV. Presente anche il filmato della loro storica partecipazione alla seconda edizione del Festival di Wight del 1970 e alcuni video promozionali d'epoca. Ovunque la presenza e il contributo di Kossoff sono una gioia per gli occhi e le orecchie, lo si vede concentrato e dinamico, scuotere la testa, accompagnare con espressioni di intensa partecipazione le note che emette dalla sua chitarra. Naturalmente gli altri 3 compagni del gruppo sono alla pari protagonisti eccelsi di tutti i filmati in questione.

LEGGERE PAUL KOSSOFF:
L'opera più completa e appassionante sulla storia dei Free e la tragica vicenda di Paul Kossof è il bellissimo libro di David Clayton e Todd K. Smith "Heavy Load" (Ed. Moonshine Publishing)
Andrea Angelini

Video
Walk in my shadow
Worry
Trouble on double time
Mourning sad morning
Fire and water
Be my friend
Free -live@ isle of wight - 7-10 im a mover
Free - Mr Big (live in Sunderland 1970)
The Hunter
Don't say you love me

Allrightnow

KossoffMyspace
Paul Kossoff

2 commenti:

enrico ha detto...

sto ascoltando goin down slow mentre leggo la tua scheda: complimenti davvero, conoscevo solo due dischi dei Free, oltretutto degli ultimi (Heartbreaker e Free at last), adesso mi hai fatto venire voglia di sentire il resto e quello che sto ascoltando mi piace molto.grazie ;)

Pasquale ' wally ' Boffoli ha detto...

Grazie a te Enrico per le belle parole, speriamo di star contribuendo alla diffusione di tutta la musica ed il rock che noi riteniamo migliore