giovedì 17 marzo 2011

LIVE REPORT: “Electric Wizard” (11/03/2011, Roma, INIT)

Arrivano a Roma gli Electric Wizard, storica band doom metal inglese, che presenta il loro ultimo album “Black masses” (2010, Rise Above Records). L’album è stato registrato tutto in analogico ed è il settimo lavoro in studio delle loro carriera iniziata nel 1993.
La band inglese nel corso degli anni ’90 è è stata una delle più influenti band doom metal, grazie a lavori come "Electric Wizard" (1995), "Come My Fanatics..." (1997), "Dopethrone" (2000), nei quali gli Electric Wizard hanno incorporato elementi stoner e sludge, includendo riferimenti costanti alle narrazioni gotiche di HP Lovecraft, ai film horror, all’occulto, alla stregoneria, al male rappresentato nella sua essenza ed intriso di elementi luciferini e satanici.

Il concerto

Entrando all’INIT notiamo subito che il pubblico è diviso in due grandi categorie: da una parte ci sono i metallari più nostalgici e stagionati, alla ricerca delle sonorità anni ’70 e ’80 ispirate ai Black Sabbath e dall’altra ci sono molti giovani probabilmente attratti dal miscuglio, decisamente sconsigliabile, di occultismo e abuso di droghe. Alle 23 e 30 la band sale sul palco. Entrano in sequenza il cattivo Shaun Rutter (batteria), la fascinosa Liz Buckingham (chitarra), l’inquietante Tas Danazoglou (basso) e Jus Oborn, leader della band (chitarra e voce). Lo show scorre via tra riff lenti e pesanti, sonorità distorte ed una sezione ritmica davvero incalzante, che ripercorre i brani degli ultimi due album: The Chosen Few, Satanic Rites of Drugula e Witchcult Today (“Witchcult Today”, 2007), Scorpio Curse, Night Child e Black Mass (“Black Masses”, 2010) con qualche innesto di vecchi brani come Return Trip (“Come My Fanatics...”, 1997). Il pubblico si scatena subito in un pogo esagitato ed ogni cinque minuti qualcuno sale sul palco per lanciarsi sul pubblico (spesso sfracellandosi sul pavimento), con successivo surfing sulle teste di fans divertiti e complici. Che non siamo qui ad ascoltare musica classica lo intuiamo subito quando alla bella dark lady Liz Buckingham urlano epiteti inenarrabili ed a Jus Oborn, appesantito nel fisico, gridano: "aoo, ma che te si magnatoo !". Il rock è anche divertimento, si sa. La band, sicuramente abituata agli stage diving ma non alle cafonaggini italiche, non fa una piega e continua a suonare con la medesima pesantezza, cercando di rappresentare al meglio il lato fascinoso del male. Nonostante tutto, il concerto scorre via bello denso e pesante sino alla conclusione, con la coinvolgente Dopethrone. E a questo punto, la messa (nera) è davvero finita.

Articolo e foto di Felice Marotta

Electric Wizard Discography (Studio album)

1995 - Electric Wizard
1997 - Come My Fanatics...
2000 - Dopethrone
2002 - Let Us Prey
2004 - We Live
2007 - Witchcult Today
2010 - Black Masses

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