domenica 17 aprile 2011

SONGWRITERS - PAUL SIMON: “So Beautiful Or So What” (2011, Concord)

Bellissimo, sì, e allora? La domanda sorge spontanea sembra dire l’eterno giovane Paul Simon sulle note del suo dodicesimo disco solista “ So Beautiful Or So What”, e lo fa con un occhio rivolto verso la struttura formale delle lontane passioni condivise come sodale storico di Garfunkel e con l’altro – dopo le incursioni tribali delle divinazioni di "Graceland" nell’86 – su di una sostanziale stratificazione sonora, mettendo in evidenza dieci canzoni intrise d’umanissima spiritualità arrotolata di ritmo ed armonia.
L’esigenza di guardarsi intorno porta l’artista di Newak a guardarsi dentro, a rovistare in ogni angolo dell’anima e della memoria intesa come provenienza, un desiderio rinnovato di dare volume al ritmo, come gridare al mondo in tutte le sue latitudini uno sconfinato amore per tutto quello che produce suono e movimento; e l’Africa che Simon si porta dentro come una riserva aggiuntiva di sangue caldo, in questo nuovo lavoro batte forte e si fa sentire già dall’iniziale Getting ready for Christmas day che porta nell’interno il campionamento di un sermone del Reverendo J.M.Gates.
Il cantautore americano è cangiante al massimo, si butta a capofitto nel compito di colorare questo disco in una tavolozza esemplare di sfumature e tonalità che nemmeno la collaborazione di Brian Eno – nel precedente “Surprise”- era riuscito a fare; una rapsodia di sensi che canta l’anima di un mondo in crisi ed un pensiero in tralice verso quegli stupendi anni settanta, una leggera propensione a fare da ponte e calamita tra questi due poli ed il gioco è fatto, il disco continua a narrare la storia all’infinito di questo compositore e incantatore di parole e suoni del mondo intorno. The afterlife, traccia ondulata di bacino soca, derivazione soul del calypso, l’Africa nera e sonante che ritorna a galla fiera e splendente in Love and blessing, Love is an eternal sacred light, i tempi d’oro con Garfunkel (Dazzling blues) o l’intreccio spagnoleggiante di chitarra Rewrite, tutto porta a concretare – con l’ottima co-produzione di Phil Ramone – uno strabordante bagaglio stilistico e trasportarlo in gocce di sapienza musicale. Un disco con propaggini world? Anche, qui la musica arriva da tutte le parti del globo e dal tempo ed i ritmi sono quelli stabiliti dall’uomo/artista Simon e dalla vita, il resto è grande musica e cieli tersi e spalancati, chiaramente non in senso religioso stretto. Dice di sé: " con le mie canzoni pongo solamente questioni, alimento la discussione, nient’altro”, ma può essere anche una strabiliante bugia d’autore senza che il naso si allunghi, è la storia di questo “piccolo grande uomo” che ancora senza Garfunkel lavora per due.
Max Sannella
Paul Simon

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