sabato 3 settembre 2011

JEFF BRIDGES: "Jeff Bridges" (2011, Blue Note)

Jeff Bridges il noto attore losangelino 61 anni portati splendidamente, ci riprova col suo secondo ed omonimo album a seguire il lontano esordio in chiaroscuro con "Be here soon" datato 2000, dopo il quale sembrava si fosse dimenticato della musica per dedicarsi a tempo pieno ai suoi numerosi impegni nel mondo della celluloide. Non è certo il primo divo di Hollywood a cimentarsi con la musica, oltre a lui è ben noto l'interesse per la musica rock del grande Johnny Depp, anche gli Oasis lo hanno ospitato, mentre tra le femminucce
da segnalare anche se con scarsi risultati i due, anche troppi, dischi della divina Scarlett Johansson e le varie produzioni della splendida - fisicamente - Jennifer Lopez, sempre che quest'ultima si possa considerare un attrice.
Questa volta l'idolo del Grande Lebowski ha fatto le cose in grande aiutato dalla sua enorme popolarità: ha agganciato infatti un' etichetta con i fiocchi, addirittura la leggendaria Blue Note, una delle più famose etichette jazz di sempre, nella sua sterminato catalogo figurano mostri sacri quali Albert Ayler, Ornette Coleman, John Coltrane, Miles Davis, Charlie Parker, Charlie Mingus, insomma tutti i migliori talenti del genere. Jeff si é poi circondato di ottimi strumentisti, T Bone Burnett che il nostro conosce da oltre 30 anni e che ha prodotto l'album, con lui Marc Ribot, Rosanne Cash, figlia del grande Johnny e Sam Philips.
Da sottolineare che nel disco figurano solo tre composizioni di Bridges, non necessariamente le più deboli: Falling Short è sottolineata da una bella slide, Tumbling Vine vorrebbe avvicinarsi al primo Tom Waits, Slow Boat è invece anche troppo slow. Poi ci sono l'iniziale What a little bit of Love can do scelta come singolo apripista: corredata da un bel video black & white è perfetta per l'ascolto nelle lunghe highways americane, insieme alla bella Maybe I missed the point è forse il pezzo migliore del mazzo.
Le tracks cantate a due voci con la Cash sono un pò mielose, Nothing Yet in particolare, Blue Car con accompagnamento di piano di Keefus Ciancia è migliore anche se non entusiasmante. Di certo la produzione di Burnett si sente eccome, si ha l'impressione che T Bone abbia voluto regalare un prodotto perfetto di american music, diretto ai seguaci dei vari Waylon Jennings, Willie Nelson ed affini, ovvero ai tanti amanti della country music anche se qui non intesa in senso stretto. Questo ritorno alla musica di Jeff è dovuto certamente all'oscar vinto nel 2009 con Crazy Heart, che oltre a premiare l'attore vide la vittoria quale migliore canzone di "The weary kind" di Ryan Bingham, qui presente alle backing vocals. Nella colonna sonora dell'omonimo film erano presenti altri pezzi interpretati dallo stesso Bridges, cinque per l'esattezza, oltre a lui pure altre celebrità quali Colin Farrell e Robert Duvall si esibivano al canto. Il disco è stato registrato tra Los Angeles e Brooklyn, con una qualità sonora notevole, perfettamente in linea con le altre produzioni della Blue Note: Jeff ci ha messo il meglio di sè senza strafare ma la sensazione è che afferri la materia solo in parte; in ogni caso ed in attesa di qualcosa di più personale per ora è tutto.
Ricardo Martillos

JEFF BRIDGES sul sito  BUE NOTE







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