martedì 1 novembre 2011

LIVE REPORT - "Prog Exhibition, il festival della musica immaginifica" 2a Edizione (21-22 ottobre 2011 – Teatro Tendastrisce Roma)

Dopo il doppio sold-out del primo Prog Exhibition Festival 2010, che aveva portato a Roma appassionati da tutto il mondo e dopo la pubblicazione del cofanetto celebrativo dell’evento, era grande l’attesa per l’edizione 2011 del “Prog Exhibition”, curato anche quest’anno da Iaia de Capitani e Franz di Cioccio.

21 Ottobre 2011: Oak, Saint Just, Ut, Il Balletto di Bronzo, Arti e Mestieri
L'arrivo al teatro Tendastrisce era previsto per le 20, ora ufficiale dell'inizio del concerto, ma avendo dovuto pagare il tributo al dio traffico di Roma arriviamo un po' in ritardo e non facciamo in tempo a sentire gli Stereokimono, trio di Bologna con influenze psichedeliche oltre che progressive, peccato perché una donna alla batteria non la si vede spesso. E’ però il momento giusto per non perdersi anche la performance degli Oak, che stasera ospitano Martin Allcock dei Jethro Tull. Il polistrumentista accompagnerà gli Oak nel loro giro di concerti in autunno. Il sound è pulito e schietto, da quasi vent’anni Jerry Cutillo e la sua lineup, suonano le cover del leggendario gruppo di Ian Anderson e spessissimo sono accompagnati da uno dei musicisti che negli anni hanno gravitato intorno ai Jethro Tull, come biglietto da visita non è affatto male. La serata è presentata da Iaia De Capitani, manager della PFM, dei New Trolls e del Banco del Mutuo Soccorso. Iaia intervista i protagonisti della serata durante il cambio palco tra una band e l’altra. E' ora la volta di Jenny Sorrenti, sorella del più noto Alan, accompagnata dal suo storico gruppo, i Saint Just Again. Agli esordi, nei primi anni Settanta i Saint Just capitanati dalla giovane Sorrenti, pubblicano due album di pregio: "Saint Just" e "La casa del Lago"; successivamente si perdono nei meandri della sperimentazione fine a sé stessa e svaniscono. All’inizio del nuovo millennio Jenny lavora su progetti da solista muovendosi tra arie celtico-medieval-irlandesi. Voce di alto livello (qualcuno la paragona a Loreena McKennit) stasera si esibisce di nuovo con i Saint Just Again. Musica ricercata e di sperimentazione, impregnata anche di influenze della musica celtica. Ma la sensazione è quella che siano un po’ fuori contesto, un eccesso di manierismo e un avvolgimento in sé stessi salvato dall’hammond suonato dal grande Ernesto Vitolo. Ospite dei Saint Just Again, Alan Sorrenti che canta Vorrei Incontrarti in coppia con la sorella. Il suo apporto migliore ed apprezzatissimo come autore/interprete di musica progressive fu il suo album di esordio "Aria" del 1972.

Altro cambio palco, altra band, altre icone del progressive. Non sono i New Trolls gli UT, ma, come recita la locandina della serata, ne sono la l'anima prog. In realtà sono solo due dei componenti dello storica compagine italiana, Gianni Belleno (batteria) e Maurizio Salvi (tastiere), che si rincontrano sul palco dopo diversi anni e disparate esperienze fatte separatamente. Non si fa fatica a crederci perciò li lasciamo suonare e andiamo a sbirciare nel backstage per riprenderci l’anima e il cuore del progressive italiano e internazionale. Franz di Cioccio, sua la direzione artistica della serata, che parla con Lino Vairetti degli Osanna (ospiti della prima edizione), Gianni Leone dei Balletto di Bronzo, i prossimi sul palco, Martin Allcock (Jethro Tull) che si rilassa dopo l’esibizione, Mel Collins (King Crimson) era in scaletta per il secondo giorno del Prog Exibition, ma stasera si presta a sostituire Darryl Way (Curved Air) bloccato in patria dal maltempo. Ma non si può restare troppo a lungo da questo lato del palco, anche perché escono i Balletto di Bronzo, e le performances di Gianni Leone devono essere ammirate. Il frontman di origine napoletana sale sul palco abbigliato come il guerriero di un manga post-rock, e si sistema dietro le sue tastiere. Aria da istrionico poseur e carismatico tastierista, Leone può essere considerato a tutti gli effetti “il” Balletto di Bronzo. Per la prima serata del festival del progressive i BdB, che mancano dai palchi romani da ben quattro anni, presentano i pezzi storici (soprattutto tratti da "Ys") accompagnati da un Richard Sinclair (dei Caravan) in grandissima forma. Chiudono la prima serata del festival gli Arti e Mestieri: eseguono pochi pezzi perché Gigi Venegoni, alla chitarra, è tornato sul palco con i suoi vecchi amici proprio in occasione di questo evento, ospite d’onore Mel Collins. Un’esibizione che da sola merita il titolo del festival e sarebbe un vero peccato se l’esperienza non avesse un seguito perché qui gli anni non sembrano mai passati. Purtroppo salta la jam session finale per via dei tempi lunghi e si rimandano quindi a domani le meraviglie che questi artisti possono creare salendo sul palco tutti insieme.
Testo e foto di Marina Pinna


22 ottobre 2011: Bacio della Medusa, Vig Vergeat & Toad, Garybaldi, Biglietto per l’Inferno.Folk, New Goblin
Nonostante il cartellone non presentasse i nomi antisonanti della scorsa edizione, l’affluenza del pubblico si presenta buona. Il concerto inizia puntuale alle 20.00 con l’esibizione de Il Bacio della Medusa, band perugina che mescola art rock,progressive e melodia in una miscela molto efficace e carica di energia. E’ il modo giusto per iniziare a scaldare la platea. Vic Vergeat ed i Toad salgono sul palco immediatamente a seguire e danno vita ad una performance rock-blues davvero eccellente ed adrenalinica. La sezione ritmica, costituita da Mickey Guaglio al basso e Jo Macrì alla batteria, è davvero poderosa. Vic Vergeat conferma di essere un chitarrista dall’incredibile talento che ha in Hendrix il suo punto di riferimento costante. La sala applaude. A duettare con Vic Vergeat c’è Mel Collins, sassofonista dei King Crimson, che impreziosisce così una esibizione davvero ottima. Le bands si susseguono senza soluzione di continuità. E’ il momento dei Garybaldi, orfani purtroppo di Bambi Fossati a causa delle sue pessime condizioni di salute. Il suono dei Garybaldi è un prog classico bilanciato da elementi melodici tipici della tradizione pop italiana. I loro cavalli di battaglia, Moretto Da Brescia–Goffredo, Giardino Del Re e Madre di cose perdute, riscuotono il giusto apprezzamento da parte del pubblico. A metà del set, Marco Zoccheddu, chitarrista e cantante dei Nuova Idea, affianca i Garybaldi per un finale pirotecnico.

I Biglietto per l’Inferno.Folk presentano un progetto per certi versi coraggioso, che rilegge il prog della formazione originale in una rivisitazione folk che accentua le sonorità legate alla tradizione popolare. Della band storica del 1974 sono rimasti il tastierista Pilly Cossa e il batterista Mauro Gnecchi, mentre il ruolo di Claudio Canali (che nel frattempo ha abbandonato la musica abbracciando la fede) è stato sostituito dalla brava Mariolina Sala, che oltre ad avere una bellissima voce, si distingue anche per la presenza scenica. C’è spazio per ascoltare i brani del nuovo repertorio da "Tra l'assurdo e la ragione", anche se il momento più coinvolgente si raggiunge con una versione tiratissima di Confessione, che il pubblico dimostra particolarmente di apprezzare. Un’esibizione davvero perfetta questa dei Biglietto per l’Inferno.Folk, probabilmente la migliore performance dell’edizione 2011 del Prog Exhibition. Ad affiancare i Biglietto c’è Martin Barre, chitarrista storico dei Jethro Tull, che perfettamente a suo agio infiamma il pubblico con una versione devastante di Aqualung. Il pubblico è in visibilio.

Arriva il momento dei New Goblin, nella formazione attuale costituita da Claudio Simonetti alle tastiere, Massimo Morante alla chitarra, Maurizio Guarini alle tastiere, da Titta Tani alla batteria e Bruno Previtali al basso (questi ultimi provenienti dai Daemonia, progetto parallelo di Simonetti). I New Goblin danno vita ad un’esibizione impeccabile e senza sbavature, molto atmosferica, nella quale vengono ripercorsi i brani più famosi, da Roller a Mad Puppet da Goblin a Suspiria, sino alla celeberrima e trascinante Profondo Rosso. E’ proprio nel finale di Profondo Rosso che Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis, sale sul palco e scalda il pubblico con una versione impeccabile di Watcher Of The Skies. Ma non è finita: Steve Hackett, Martin Barre, Richard Sinclair, Mel Collins, Maartin Allcock e Franz di Cioccio concedono al pubblico un’improvvisata e molto apprezzata jam session, che ruota attorno ai temi di Locomotive Breath e Crossroads. Sotto il palco si raccoglie una marea di fotografi per portare a casa uno scatto storico. Nonostante non fosse facile bissare i successi della prima edizione del Prog Exibition, questa edizione del 2011 è stata caratterizzata da performances eccezionali, dimostrando come la passione e l’entusiasmo, uniti ad una buona organizzazione, consenta di realizzare anche in Italia eventi di altissimo livello. Ne va dato atto all’organizzazione, ancora una volta davvero impeccabile.
Testo e foto di Felice Marotta

Prog Exhibition




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