mercoledì 23 novembre 2011

PEAWEES: "Leave it behind" (Data uscita: 24 settembre 2011, Wild Honey Records)

# Consigliato da DISTORSIONI

Pochi gruppi in Italia sanno come si suona il rock’n’roll, quello vero. I Peawees sono uno di questi gruppi. Veterani della scena garage-punk italiana, la band di La Spezia torna con un nuovo disco, "Leave It Behind", presentando undici nuovi pezzi per una mezz'ora abbondante di pura adrenalina rock’n’roll, incastonata in un disco maturo, che vira verso un linguaggio rock più tradizionale
rispetto ai lavori precedenti, ma che non perde un briciolo di freschezza dalla prima all’ultima traccia. Dentro il loro ultimo disco c’è tutto quello che un amante del rock’n’roll “puro” cerca costantemente (e difficilmente trova) nei gruppi contemporanei: ritmiche e riff stonesiani (degli Stones più sboccati e sleazy, quelli di "Exile On Main Street"), fiati rythm’n’blues, coretti soul, un cantato granitico che non perde colpi, la lezione (che in pochi hanno recepito) della chitarra di Johnny Thunders e delle New York Dolls più dissolute, il garage nordeuropeo fine anni ’90, il soul-aussie-punk dei Saints. Questi sono i (cattivi) maestri dei Peawees, e la band dimostra di aver appreso la lezione al meglio, accogliendone gli insegnamenti da allievi diligenti e reinterpretandoli in maniera magistrale. Gli spezzini suonano garage-punk-rock’n’roll come davvero in pochi sanno e hanno saputo fare nel belpaese (mi viene in mente il nome di un’altra band, grandi losers della scena garage rock romana degli ultimi anni, gli Steelfingers), con attitudine detroitiana (gli MC5, un’altra pietra di paragone obbligata) fusa ad una certa sguaiatezza di stampo newyokese che fa di "Leave It Behind" un piccolo gioiello dell’underground italico. I Peawees hanno un dono non comune, che non tutte le band posseggono, anche se dovrebbe essere la base per chiunque metta su un gruppo: sanno come si scrive una canzone (e detta così potrebbe sembrare una banalità, ma vi assicuro che non lo è): i loro nuovi pezzi sono undici spade che trafiggono le orecchie dell’ascoltatore lasciandolo spesso senza fiato. Un disco senza cali di stile e di ispirazione, questo dei Peawees, che scorre fluido dall’inizio alla fine, e non c’è neanche bisogno di stilare una graduatoria dei pezzi migliori, la tracklist sgranella uno dietro l’altro i capitoli di un unico graffiante e coinvolgente romanzo rock’n’roll (anche se quando ho sentito le armonie di Memories Are Gone e di Don’t Knock At My Door le mie papille gustative rock’n’roll sono andate in orgasmo). Fenomenali davvero.
Luca Verrelli

The PeaweesMyspace

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