martedì 1 novembre 2011

ROCK ARCHEOLOGY - "Il pre-punk voodoo di SIMON STOKES (The Nighthawks/The Black Whip Thrill Band)"

Personaggio marginale (ed emarginato), ma molto interessante del rock americano, vicino all’underground e a gruppi “incazzati” come gli MC5, certamente poco noto anche negli USA e praticamente sconosciuto dalle nostre parti; anche lui si può considerare tra i vari antenati del punk e tra i precursori di un sound grezzo, elettrico e sguaiato che farà scuola in epoche successive.
Simon Stokes nacque a Reading nel Massachusetts, fu allevato dai nonni e visse un infanzia difficile e solitaria, a dieci anni incominciò a soffrire di una grave forma di sonnambulismo, fu anche un grande appassionato di horror movies; il nonno lo introdusse alla musica, in quanto leader di una misconosciuta Harry D. Stokes Orchestra. Durante l’adolescenza venne fortemente influenzato dal blues e tramite un dj locale, tale Sid Simphony, ebbe modo di ascoltare dal vivo Big Mama Thornton e Hank Ballard e si appassionò alla “musica del diavolo”, vinse anche un concorso a livello locale come songwriter. Nel 1965 si trasferì a Los Angeles e nella Città degli Angeli cominciò a suonare con garage band come i Perpetual Motion Workshop, i Flowers Childrens e gli Heaten Angels, con cui registrò alcuni 45 gg. In seguito lavorò nello staff della Elektra Records, mise in piedi una sua band che battezzò (con poca originalità) The Nighthawks, con Stokes al canto, i chitarristi Randall Keith e Butch Senneville, il bassista Bob Ledger, il tastierista Joe Foster e il batterista Joe Yuele, l’unico che ha poi conquistato una certa fama, dagli anni 80 e per oltre 20 anni è stato il percussionista dei Bluesbreakers di John Mayall.

Con la Elektra, Stokes ottenne una specie di contratto, firmato lo stesso giorno in cui firmarono gli MC5. Nel 1970* registrò il primo 33 gg.: “Incredibile Simon Stokes with theNighthawks”, che fu pubblicato per l’etichetta Spindizzy e prodotto da Joe Foster: è un disco micidiale dai suoni rauchi e sporchi con velati riferimenti a Captain Beefheart e un rock n’ roll aggressivo, con influenze Southern, che si rivela in tutta la sua originalità con brani come Voodoo woman, Big City Blues, Rhode Island red, Southern girl, Sugar Ann, Down In Mexico. Tutti brani usciti dalla creativa penna di Stokes e con anche una sgangherata cover di Jambalaya (On The Bayou), imperdibile per chi ama le sonorità grezze e r n’ r. Nel 1971 partecipò alla colonna sonora del film “Outlaw Riders” (MGM), b-movie con Bambi Allen, William Bonner e la regia di Tony Huston, film invero non irresistibile, dedicato alle gangs di motociclisti che imperversavano negli USA in quegli anni. Due anni dopo il suo secondo disco: “Simon Stokes & Black Whip Thrill Band” (Spindizzy 1973), un altro ottimo lavoro, con il suo rock blues psichedelico cattivo e acido, con la cover sleeve dell’album piena di riferimenti sadomaso (fu una delle prime copertine ad essere censurata negli USA) e atmosfere boogie di quelle che piacevano alle gangs di bikers (Hell’s Angels, Bandidos, Mongols MC), di cui il nostro divenne un punto di riferimento musicale. Tra le songs dell’lp: Waltz For Jaded Lovers,The Boa Constrictor Ate My Wife Last Night, The Wolfpack rides tonight, The Devil Just Called My Name, Ride On Angel; come nel primo lavoro, i riferimenti Southern, le inclinazioni diabolico/sulfuree e i profumi Voodoo sono sempre ben presenti nei solchi di questo vinile. Nel 1977 un altro disco: “Buzzard of Love”, realizzato per la United Artist con il chitarrista Peter Maunu e il sassofonista David Luell. Non ho mai ascoltato questo disco (di difficile reperibilità), che ripropone la song Big City Blues dal primo lp, credo sia più o meno sulle corde dei precedenti, ma sulla sua validità non sarei disposto a giurare.

Dopo la realizzazione di questo lp l’oblio, per 20 anni Stokes scomparve dalla scena rock, abbandonando nei fatti l’attività musicale sia in studio che dal vivo; ma continuò a comporre colonne sonore, per film come “Wanted Dead Or Alive” con Rutger Hauer e “Hard way” con Michael J.Fox e James Wood. Nel 1996 il ritorno alla musica con un cd intitolato “Right to Fly”, registrato con l’icona della contro cultura acida americana Timothy Leary e nel 2002 un album, “Honky”, con Wayne Kramer (ex MC5) e alcuni membri dei Bellrays, orientato verso la musica country, con suoni vicini all’outlaws sound di Johnny Cash o David Allan Coe. In tempi più recenti un lavoro intitolato “Head”, del 2008, sempre country oriented e con riferimenti dylaniani. Come si capisce dalla pochezza dell’anedottica su questo musicista, le notizie sulla sua avventura nel rock americano e sulla sua storia personale sono molto scarse e anche nella rete si trovano poche righe riferite a Simon Stokes e alle sue band. I suoi primi due album anni 70 con il loro rozzo e acido punk- boogie-rock-blues sono dei veri classici minori: band come i Cramps, J.S. Blues Explosion e certi gruppi psichobilly possono essersi certamente ispirati al mood di Simon Stokes, originale compositore, vocalist aggressivo e rauco, con l’amore per il blues e il rock n’ roll. Le cd-r esistono, in rete si possono acquistare con una certa facilità, i dischi originali sono delle rarità, il primo lp l’ho visto venduto su un sito specializzato e valutato tra i 40/50 $., una cifra abbordabile, anche se in tempi di crisi ...! Il 1° Agosto 2010 esce il nuovo "Simon Stokes and the Heathen Angels": é stato definito in rete uno spaccato senza tempo della musica della classe lavoratrice americana, già un classico.
Guido Sfondrini

* Sull’anno della registrazione del primo lp di Simon Stokes, ci sono indicazioni divergenti: 1968, 1970 e 1973, io propendo per la seconda (NdA)

Simon Stoked Discography
Simon Stokes
SimonStokesMyspace




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