mercoledì 28 dicembre 2011

LIVE REPORT - “The Sonics” (25 novembre 2011, Bronson, Ravenna)

Il 25 novembre, a Ravenna, sotto il palco del Bronson mi sono subito resa conto di quanto sarebbe stato difficile fare questo live report, di quanto sarebbe stato difficile, cioè, scindere l'aspetto oggettivamente musicale del concerto da quello emozionale (ammesso che ciò sia mai possibile in un concerto). Sì perché i Sonics sono uno di quei gruppi leggendari della scena garage-sixties americana, uno dei primi gruppi di garage originale di cui possiedo i due dischi fondamentali (rigorosamente su vinile), “Here are the Sonics” (Etiquette, 1965) e “The Sonics Boom”
(Etiquette, 1965)
, piccoli gioiellini da cui molte delle band del sixties revival degli anni '80 hanno attinto, a cominciare dai Fuzztones che detengono forse il primato dei brani dei Sonics rifatti e portati al successo. E oltretutto questa era la prima volta che riuscivo a vederli dal vivo, avendo mancato – per motivi vari – i due tour italiani precedenti. Dunque le aspettative erano non grandi ma enormi, e devo dire che i cinque musicisti non le hanno deluse, nonostante siano passati ben 46 anni da quei due dischi mitici e i “ragazzi” non siano proprio più dei teenager come allora, è chiaro. Difatti, durante il concerto evidentemente non c'è più l'aggressività e il tiro dei brani nella loro versione originale, non ci sono più quegli urli caratteristici in pezzi come Psycho o Strychine ma il live è lo stesso entusiasmante, poiché i cinque signori di Tacoma, stato di Washington, suonano bene, con passione, e portano con sé l'aura del mito, questo basta per scatenare il pubblico numeroso del Bronson di Ravenna. Dopo un paio di brani “di riscaldamento”, infatti, i più morbidi He's waiting e Money, al terzo pezzo, sulle prime note di Cinderella, gli animi si scaldano e i corpi si scatenano, in un pogo che continuerà praticamente ininterrotto fino alla fine del concerto e che avrà il culmine quando, nell'immancabile bis, i Sonics attaccano The Witch: allora sarà proprio il delirio!

Gli altri brani classici ci sono tutti, Psycho, Strychnine, Boss Hoss, Have Love Will Travel, Don't Be Afraid of the Dark, la loro micidiale versione di Louie Louie, e si alternano ai pezzi del nuovo EP “8”, decisamente più duro nelle sonorità, molto vicine a soluzioni del Detroit sound e sempre cantate dal bassista Freddie Dennis che ha una voce decisamente adatta a pezzi di rock più hard, allenata nell'esperienza quasi decennale della sua band, Freddie & the Screamers, formata nel 1987 dopo aver militato come bassista in un'altra storica band di garage-sixties, i Kingsmen, dove però entrerà solo negli anni '70. Freddie Dennis e Gerry Roslie, cantante invece storico dei Sonics, si alternano alla voce per tutto il concerto. Roslie è uno dei tre componenti originali a salire sul palco del Bronson, insieme a Rob Lind, al sax e voce, e Larry Parypa alla chitarra, poiché gli altri due membri, il bassista Andy Parypa e il batterista Bob Bennet, impossibilitati a muoversi per il tour, sono stati sostituiti rispettivamente da Dennis e da Ricky Lynn Johnson, anche lui già membro di una grandissima band della scena garage anni '60, i Wailers, anche loro di Tacoma, anche loro di quel North-West degli Stati Uniti che ha prodotto allora alcuni dei gruppi più significativi della scena garage (tanto da meritare un volume dedicato della raccolta “Nuggets” (il numero 8), e continua ancora oggi a sfornare proposte decisamente interessanti nell’ambito della scena garage contemporanea. Devo aggiungere che, personalmente, ho apprezzato molto la scelta di non ricorrere a sostituti giovani, come molti gruppi non più imberbi usano fare, snaturando subito la percezione della band, ma di ricorrere piuttosto a due musicisti che hanno condiviso bene o male lo stesso percorso dei Sonics, provenienti da altrettanto importanti gruppi dei Sixties, e che, oltretutto, in quanto a energia non hanno certo fatto rimpiangere un'eventuale sezione ritmica più giovane. Di giovani, anzi giovanissimi, oltre a molte persone tra il pubblico, c'erano i membri del gruppo di spalla, The Tunas, e non hanno lasciato traccia. Ma è anche vero che non è facile non essere fagocitati da mostri sacri come i Sonics.

Rossana Morriello
Foto di Rossana Morriello



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