mercoledì 28 dicembre 2011

LIVE REPORT - "Zen Circus" (19 Novembre 2011, Auditorium Flog, Firenze)

Dopo l'ottimo riscontro di pubblico e critica dell'ultimo ottimo album "Nati per Subire" i pisani Zen Circus erano attesi al riscontro live da un numero sempre più crescente di appassionati. La data di Firenze nonostante la concomitanza di un incontro di calcio di cartello, ma grazie al fatto che si svolgeva di sabato sera, ha registrato un ottima affluenza anche se la Flog non era completamente esaurita, visto anche che il gruppo aveva già suonato nella vicina Livorno in apertura della tournée, e che successivamente sarà di scena ad Arezzo, sempre in Toscana.
Il pubblico presente era composto in massima parte da giovani, giovanissimi nelle prime file, molto ben preparati visto che mandavano a memoria gran parte delle songs proposte nella serata, in particolare quelle dell'ultimo album proposto nella quasi totalità. Tra una canzone e l'altro Andrea Appino presentava i brani con gustosi aneddoti, senza affondare i colpi riguardo all'attuale situazione politica italiana, talmente disastrata da meritare la compassione dei tre Zen Circus, che ritenevano sufficiente i testi delle loro canzoni quali ideali specchi della nostra realtà. Dal disco con Brian Ritchie “Villa Inferno” era naturale aspettarci i tre pezzi più attesi dalla folla di aficionados ed infatti Appino e banda hanno proposto Vent'anni, applauditissima dei teen-agers in pole position, Vana Gloria, una sorta di Violent Femmes song cantata in lingua italica come sarebbe piaciuto a Gordon Gano per finire con Figlio di puttana, all'ascolto della quale ho sentito aleggiare nella sala il fantasma di Rino Gaetano tante sono le similarità vocali e non solo in questa ballata sgangherata con lo sfortunato songwriter calabrese. Molto applaudite pure le canzoni dal precedente “Andate tutti affanculo”, dalla immancabile jam acustica della title track fino alle significative L'egoista e Gente di Merda. Simpaticissimi come sempre Andrea Ufo e Karim, quest'ultimo davvero un personaggio fuori dalle righe, con la sua batteria "minimale" come è solito definirla, posizionata in zona avanzata al centro palco a differenza del 99% degli altri gruppi che sono soliti confinarla nelle retrovie. Adesso che il trio pisano ha pare definitivamente optato per la lingua italiana i testi rivestono un'importanza fondamentale, e sembrava che anche gli spettatori presenti oltre che divertirsi a saltellare tutto il tempo lo avessero ben presente: insomma gli Zen Circus magari non saranno The Fugs italiani però il loro essere diretti e sinceri, blasfemi al punto giusto fa sì da differenziarli dalla stragrande maggioranza delle bands dell'ex belpaese. Dopo un ora circa dall'inizio spettacolo, aperto va sottolineato dagli interessanti Fast Animals & Slow Kids i tre si sono ripresentati per un generoso bis con quattro canzoni, due ripescate dal dimenticato ed interessante “Vita ed opinioni di Nello Scarpellini”, disco al quale i Circus sono particolarmente affezionati, per poi finire il tutto con Nati per subire, una song barricadera già dal titolo e che se fosse stata scritta in inglese non sfigurerebbe nel repertorio dei gloriosi Clash. Sottolineando che il lungo giro per l'Italia dei nostri risparmierà poche città da nord a sud, mi preme riaffermare il piacere di assistere ad una esibizione degli Zen Circus, il divertimento è assicurato, la bravura dei tre è fuori discussione e la loro generosità e simpatia pure, insomma un esperienza ed un’ avventura sonora e visiva che consiglio a tutti.

Ricardo Martillos


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