venerdì 16 dicembre 2011

LIVE REPORT - “Zola Jesus + Bachelorette” (6 dicembre 2011, Magnolia, Segrate)

Dicembre è uno dei due mesi oscuri per eccellenza e allora il sottoscritto ha deciso di dedicarlo ad una serie di eventi live a spiccata tendenza dark, e quale miglior occasione per inaugurare questa mini-serie che la prima di quattro date italiane di Nina Roza Danilova in arte Zola Jesus. Certamente l’hype scatenatosi intorno a questa minuscola ragazza russo-americana arrivata alla ribalta con un pugno di EP
e il recente album “Conatus” che l’hanno fatta subito paragonare ad artiste del calibro di Siouxsie o Florence Welch, è probabilmente arrivato troppo in fretta così da rischiare di bruciare la ragazza e la data milanese è una buona occasione per vedere se questo sarà l’ennesimo fenomeno che dura lo spazio di un attimo o una rivelazione destinata a confermarsi nel tempo. La serata però inizia, almeno per me, già con una sorpresa molto positiva dovuta alla scoperta dell’artista di supporto, la neo zelandese Annabel Alpers che si nasconde sotto il monicker di Bachelorette, autrice quest’anno di un album omonimo, che alla luce di un set di una quarantina di minuti intimisti e davvero coinvolgenti, tenutosi nella sala piccola del circolo, mi hanno convinto ad andarmela a scoprire confermando la bella impressione live.

Ma, ovviamente, la mia attenzione va all’inizio della performance di Zola che intorno alle 23 inizia in abito bianco e capelli biondo platino quasi a volersi discostare dall’immagine dark della primissima ora per uno spazio che, per quanto piccolo, si presenta pieno ed in fremente attesa. Le influenze oscure però si sentono benissimo sia nella voce che in molti tratti, in effetti, ricorda molto Siouxsie che nel sound della backing band a quattro elementi tra cui spicca una batteria acustica dall’incedere spesso furioso ad accompagnare l’altrettanto scatenata voce della nostra. Certo, Zola fa del suo meglio per dare un’immagine “cool” ma, appare chiaro, anche nelle movenze un po’ studiate e non proprio intense o apparentemente frutto di una vera partecipazione così come la discesa tra il pubblico a metà concerto, che l’artista è forse maturata troppo in fretta e necessita ancora di una fase di crescita. Il live scorre incalzante e senza soste presentando i brani più coinvolgenti quali Vessel, Hikikomori, Sea Talk. Il set dura, compresi due bis, poco più di 70 minuti, comprensibile vista la scarna discografia di Zola e al termine posso dirmi soddisfatto della prima tappa del mio tour oscuro anche se i dubbi sulla futura crescita della ragazza rimangono in attesa di future prove, mentre il consiglio di andarvi a scoprire Bachelorette resta.
Ubaldo Tarantino



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