sabato 17 dicembre 2011

LOOSE: “Dodge This!” (9 dicembre 2011, autoprodotto)

# Iper-Consigliato da DISTORSIONI

Siamo dalle parti di Macerata, Italia, ma se non lo avessi saputo prima di ascoltare il cd e scrivere questa recensione avrei scambiato il devastante “Dodge This!” per il nuovo lavoro di una band americana, o australiana, fedeli al credo rock a stelle e strisce ed aussie di band seminali come Sonic Rendez-Vous Band, Mc5, Radio Birdman, New Christs, Celibate Rifles. Invece no: il cantante ‘storico’/front-man dei Loose si chiama Massimo Contigiani, responsabile degli sfaceli chitarristici insieme a Luca Zenobi (backing vocals), il batterista Cristiano Gradozzi ed il bassista (backing vocals) Stefano Pallotti; dietro questi nomi italioti, si cela una band – credetemi - assolutamente esplosiva, che restituisce il rock alla sua missione più autenticamente oltraggiosa e viscerale: e lo fa da quindici anni, da quel 1996 che vide la realizzazione di tre demotapes già impetuosi, attraverso una serie di traversie che porta i Loose allo scioglimento nel 2004 e ad una successiva reunion ad opera di Massimo Contigiani un anno dopo con membri diversi, l’attuale formazione. Si stenta a credere, dopo aver ascoltato “Dodge This!”, un lavoro che eleva qualitativamente non solo la scena rock italiana (sarebbe limitativo) ma quella internazionale, che i Loose abbiano avuto (ed hanno) serie difficoltà a trovare
un’ etichetta che credesse in loro e li pubblicasse. Anche questo lavoro come il precedente "Rock The Fuck On!", uscito nel 2003, è autoprodotto: ‘se in studio sono così feroci ed aggressivi - fanno letteralmente fumare le orecchie - chissà a che livello saranno i loro live!” ecco, questa è la prima cosa che viene in mente ascoltando frastornanti ‘walls of punk energy’ come Detroit Syndrome (titolo che la dice lunga su che tipo di rock blood scorra nelle vene e nei polpastrelli dei Loose), Mad Brains (cantata dal bassista Stefano in modo altrettanto virile di Massimo), Jerktown Blues. Siamo alle prese con brani usciti dalla loro penna altresì complessi, densi di compatti e brutali stacchi inattesi (Death Won’t Kill Me, Not Yet, Final Stance), che sembrano voler incanalare la straripante carica rock in coordinate precise: dove invece la foga esecutiva dei maceratesi è lasciata libera di far danni (Cool As Fuck ’09, Action Breed ’09, due delle tre bonus tracks) si materializzano violenti dejà vu di trent’anni di rock aussie e detroitiano maledetto e violento, corretto dalla mai troppo benedetta rabbia di vivere in un’italietta ormai da tempo malsana, orfana dei più elementari valori morali, fradicia di corruzione e di berlusconismo letale come un’esposizione eccessiva all’amianto. Ecco, ho aspettato abbastanza per scrivere che i quasi sette minuti di un’incredibile, squassante versione di City Slang (Fred Sonic Smith, Sonic Rendez-Vous Band) - corpo che vibra, sangue che batte alle tempie davanti agli altoparlanti del pc - valgono da soli il voler far proprio “Dodge This!”, insieme ad altri due muscolari tributi, No Next Time (New Christs, “Born out of time”, 1996) e What Gives? (Radio Birdman, “Radios Appear”, 1977). L’unico dettaglio che mi sento di obiettare a Contigiani, Zenobi e c. è un uso forse troppo marcato, un po’ invadente dei fiati nella possente On The Loose (mi ha ricordato i Saints di “Eternally Yours”), peraltro corroboranti. Qualche anno fa mi capitò di reperire il loro già potente vinile del 1999 “Kiss Your Ass Goodbye!” (Sham Foundation), con una versione psicotica della stoogesiana I Wanna Be Your Dog, in un negozietto dell’usato della mia città, ed ora, a distanza di tanti anni, fa coppia formidabile con “Dodge This!”. Quest’anno mi tocca (!) stilare la mia Top Ten 2011: “Dodge This!” dei Loose vi farà la sua bella figura! Grazie ragazzi per il vostro coraggio, per il fiero approccio del vostro rock punk privo di compromessi, ce n’è tanto bisogno.
Wally Boffoli

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